Intervista di Silvia Ronchey a James Hillman di Federico Balla

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James Hillman, psicologo e massimo esponente della psicanalisi di matrice jungiana, ci insegna a conoscere noi stessi ed entra spesso in contrasto con l’opinione pubblica nel tentativo di sovvertire le leggi della logica comune. È attratto dai miti e dai simboli, favorevole ad un ritorno a quella che definisce la Grecia psichica, ha riportato al centro della psicologia e del pensiero contemporaneo l’idea di anima, da tempo accantonata. Attorno ad essa ha edificato un sistema di pensiero concepito per essere una fonte di cura collettiva dai mali che affliggono l’umanità: l’ingiustizia sociale e politica, il declino della religione in quanto legame dell’anima con il mondo, la distruzione ecologica, la depressione.

Ma che cos’è l’anima per Hillman? Essa è quel fattore sconosciuto che rende possibile il significato, trasforma gli eventi in esperienze e si comunica nell’amore. La reintroduzione di tale concetto nella cultura occidentale porta con sé i principi esistenziali delle antiche culture, come quella greca e romana, a sfavore del materialismo psichico tipico dei nostri tempi, per cui i fenomeni psichici sarebbero un susseguirsi di cause ed effetti ben precisi e delineati; al contrario, sarebbe l’anima, come teorizzato da Plotino, a scegliere noi, il nostro corpo, i nostri genitori, il tempo, le cause, le circostanze e il luogo della nostra nascita. Per decifrare il linguaggio misterioso ed enigmatico dell’anima ognuno di noi è dotato di un dàimon, che possiamo considerare un richiamo individuale, una vocazione: la parola ha origine dal greco antico e significa messaggero divino, spirito guida che aleggia in una zona di mezzo, detta metaxu, la stessa in cui risiede l’anima, e fa da tramite tra Dio e l’uomo. Il dàimon può afferrarti attraverso una specifica difficoltà o uno specifico talento e causare continue e pressanti richieste di superamento costante dei limiti personali che possono generare sofferenza. Ciò dona una prospettiva completamente diversa alla nostra psicopatologia e alla nostra infanzia perché tutto ciò che è accaduto diventa un valore o una necessità dettate da un richiamo, appunto, quello del dàimon. La famiglia è uno dei luoghi in cui il dàimon si manifesta, come una continua forza generatrice di eventi e accadimenti, è presente da quando nasciamo fino al momento in cui la nostra vita volge al termine.

 

La politica

 

Secondo Hillman tutto quello che succede nel mondo è provocato dall’anima, e non solo il mondo è “la valle del fare anima” ma uno dei luoghi più importanti dell’anima è proprio la politica; essa è sede dell’anima e parte della vita psicologica degli individui. In questo contesto assume una posizione di netto contrasto rispetto al capitalismo occidentale, affermando che per liberare i popoli dalla condizione di oppressione, solitudine e povertà bisognerebbe riportare il marxismo in America. Con ciò non vuole dire che auspica un’organizzazione governativa e delle istituzioni di stampo marxista, si riferisce piuttosto ad un marxismo psicologico che possa contrastare i capisaldi del pensiero capitalista, come, per esempio, lo smisurato potere del denaro che domina la cultura o la compulsione per il consumo al fine di creare uno status elevato agli occhi della società, l’uso degli altri, l’arrivismo e l’ossessione del possesso. Un ulteriore scopo anelato da Hillman vedrebbe un rovesciamento nel rapporto schiavo-padrone. Questo rapporto in occidente è mantenuto ed alimentato dalla vigente organizzazione democratica dei governi, nei quali il popolo vota per un sistema che abusa costantemente di lui. Ulteriore criticità del sistema capitalistico individuata da Marx consiste nel fatto che la sopravvivenza e la prosperità del capitalismo dipende dalle guerre, che possiamo intendere anche in senso più ampio e non solo letterale, come la produzione di rifiuti: produciamo rifiuti e distruggiamo beni mentre ne produciamo altri che subiranno lo stesso destino. La spinta consumistica ha portato la civiltà verso la disgregazione, l’ha privata dei suoi simboli, delle immagini, dei miti e della cultura che, un tempo, accomunava gli individui creando dei legami fra essi. Il risultato di questo fenomeno è che oggi l’uomo ha connessioni sempre più fragili con gli altri e per questo si sente sempre più solo, depresso e incompreso.

 

Gli dei nella società moderna e la patologia.

Dal momento che gli dei greci sono stati repressi e messi a tacere dal mito cristiano per cui il corpo e la sessualità sono maledetti e fonte di sofferenza, essi, secondo la visione di Jung, ritornano in superficie manifestandosi nella patologia e nei sintomi. Le patologie, quindi, sono messaggi, sono un modo per diventare sensibili su cose alle quali normalmente non rivolgiamo attenzione; ci mantengono consapevoli della complessità e della pienezza del nostro essere. Gli dei greci agiscono nel nostro istinto e nel nostro corpo, sono in noi e intorno a noi, in tutto ciò che l’uomo produce: ad esempio, Marte è nella televisione dove è tutto estremamente veloce, pieno di violenza, sangue, esplosioni e lotte; ma possiamo trovarvi anche Afrodite, nei porno e in tutte quelle pubblicità dove attraenti donne in costume da bagno invitano lo spettatore a comprare qualche prodotto scadente a prezzi vantaggiosi;  Ermes, poi, è ovunque, non solo perché tutti fanno commercio, ma per la presenza di internet che ha amplificato ed esasperato l’ossessione della comunicazione, per cui non conta il contenuto del messaggio, conta solo comunicare. L’introduzione del mito di Dio, creatore del mondo e di tutte le creature che lo abitano, sottrae alla natura la complessità della sua esistenza e del suo linguaggio, la rende unidimensionale e priva di identità.

Infine, secondo la visione esistenzialista di Hillman, il concetto di salute dovrebbe integrare e comprendere quello di patologia, in quanto essa è parte della vita. La considera il riflesso di ciò che è l’anima del mondo, ad esempio: nel caso della depressione afferma che non è solo ciò che sentiamo noi, ma ciò che è nel mondo che si riflette nell’anima di tutti a causa delle guerre, la distruzione ecologica e la rovina e la disgregazione della società.

 

 

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