P3: E allora io volevo dire anche che...come tutto quello che riportava questa liberazione, questa libertà, c'è anche sempre questo uscire dai ruoli sociali, questo fatto di essendo fuori. Nessuno parla di questa cosa. Noi usciamo e nessuno sa cosa siamo, se siamo grassi se siamo magri, di fare i pagliacci, però nessuno sa se abbiamo dei ruoli che comunque abbiamo, non c'è questo da parte degli altri che ci blocca...quindi quando lui è andato in Polinesia.
O: no, quando TU
P3: quando tu sei andato (risate) quindi questo volevo dire
O: nono l'hai detto, l'hai detto...altri?
P4: Io
O: prego
P4: io non conosco la persona, e non so, ho notato questa, mi sono sentita vicino alla tua dimensione d’animo e ho notato questa difficoltà che c’è stata a mettersi in gioco in alcuni momenti che però io contrariamente a quello che è stato detto un po' dal gruppo non ho letto una difficoltà in questo gioco perché ho letto il tema del capire e cioè che io ho bisogno di capire perché a me il gioco mi piace quando lo capisco, e mi piace mettermi in gioco quando ne capisco non dico le regole perché un gioco è bello anche quando non ci sono le regole, però ho bisogno di sentirmi rassicurata, di sentirmi protetta, di sentirmi una sorta di padronanza, non sono se questo rende quel che volevo dire, ma quel che tu hai fatto l'ho letto come quello che io avrei fatto
O: amen, prego
P5: io in questo viaggio ho visto sicuramente molta serenità nei tuoi confronti nei confronti di tutto questo, però un'esigenza di condividere questa cosa con tutti quanti. Che magari probabilmente è un problema a monte, nel senso che, se ci fosse modo di condividere questa cosa ci sarebbe una spinta in più...perché comunque un grande non benessere, però comunque di grande contentezza nel poterti, nel poterci confrontare, confrontarsi con un'altra persona insieme a questi paesaggi, anche nel tuo monologo è simbolica questa cosa. Tu mettevi sempre...cioè il tuo monologo è come se stessi sempre discutendo con un'altra persona con la quale volevi condividere questo. Ecco, io ho riscontrato questa esigenza di fondo di avere qualcuno accanto con cui condividere queste emozioni stupende.
P6: io volevo notare tra alcuni comportamenti che, nonostante ci sia desiderio di autenticità, di fuga da tutto ciò che non ci piace in fondo negli occhi c'è il fuoco di voler stare nella mischia, nel non voler allontanarsi da tutto ciò che succede. Quel desiderio sì di prendersi una pausa che non può essere una pausa che dura più di un certo periodo di tempo, c'è sempre un pensiero che porta alla lotta, perché è solo lì che si si sente liberi (Interrotta) in realtà il desiderio di volersi staccare un attimo dal punto ma padroneggiare sempre l'idea, per rispondere a le, è difficile lasciarsi andare ed è più facile avere delle cose progettuali, un copione qualcosa di prestabilito, è difficile invece sul momento lasciartsi andare totalmente e non avere qualcosa di preciso da fare, lasciarsi andare così è più complesso
L: Assolutamente
P7: Leo scusa, ti volevo dire solo una cosa che proprio mi ha colpito
L: Aspetta aspetta il microfono così sentono anche gli altri
P8: no io invece volevo dire un'altra cosa, la tua solitudine con il mondo della natura che ti circondava, perché nel tuo monologo eri tu con la natura, l'intervento umano è arrivato grazie a Rosati non perché tu l'hai voluto, perché tu immerso nella natura avrersti continuato secondo me a parlare con la tua solitudine, è stato Rosati a volere l'intervento umano...ecco, solo questa piccola riflessione
L: ma lui mi ha scritturato da tanto tempo per mettermi a posto (tutti ridono)
P9: A me ha messo tristezza quel momento di amarezza che ho letto quando ti è stata fatta una domanda “ma tu hai successo”? E si è visto un po' la difficoltà da una parte di dire sì però non sempre quel che si fa sebbene io ci metta professionalità si può fare, e quindi un po' i compromessi che bisogna necessariamente accettare nella vita, e poi il problema di quando ci si chiede se facendo un lavoro creativo che diverte si è tanto di più o di meno, si merita di più o di meno di intellettuali di medici, di persone che sembrano, poi non so se lo siano, più valenti da un punto di vista sociale
O: abbiamo ancora due interventi
P10: allora io ho visto nella fuga il concetto anche un po' di resa... cioè nella fuga che interpreta così come una resa, come un dare le armi (Leo interrompe, O: ricordati del Buddha) un allontanamento da ciò che ci fa male, e quindi...come resa anche di stanchezza perché basta ormai sono
P11: ma può anche essere una liberazione
O: non possiamo fare, sennò diventa Santoro, ma chiudiamo con questo, una tecnica che si chiama “moltiplicazione psicodrammatica” cioè il gruppo c'ha vari modi di rispecchiare il gioco, uno dei modi è una comunicazione molto bizzarra da inconscio a inconscio che non passa attraverso comunicazioni verbali ma offrendo semplicemente un'immagine che a volte può essere anche assurda e può restare incomprensibile anche per giorni e poi improvvisamente fa senso, questa tecnica è associata in questo caso a fare semplicemente una scultura
P11: posso chiedere il suo aiuto un attimo? Vorrei che fosse sorridente, vorrei due ragazzi
O: chi è questo personaggio?
P11: è un politico... mi consenta. Un ragazzo, Luigi vieni e anche tu
O: allora dunque com'è l'immagine? C'è un politico, due poliziotti e poi davanti chi c'é?
P11: noi due seduti che…
O: noi due chi?
P11: io e Leo
O: ma Leo dev'essere un altro
P11: ah giusto e allora...
L: Ma mi domando ma come si è permessa (tutti ridono)
P11: tu…
O: Ok, sono davanti
P11: siamo seduti che guardiamo piacenti e sorridiamo
O: il titolo qual è?
P11: ciao ciao
O: il titolo è ciao ciao, va bene, sciogliamo l'immagine ci scusiamo del tutto ingiustificato